CHI E’ E COSA RISCHIA IL CATTIVO PAGATORE
Viene definito cattivo pagatore il soggetto che risulta inadempiente rispetto alle obbligazioni contratte con le banche o gli istituti finanziari, ossia, colui che non paga o paga in ritardo un finanziamento.
Il riconoscimento di tale qualifica legittima i concedenti il finanziamento – istituti finanziari o banche – a procedere alla segnalazione del cattivo pagatore a specifici “sistemi informativi sulla posizione creditizia dei clienti che ricorrono al credito”; si tratta di liste nelle quali vengono inseriti i nominativi dei soggetti la cui affidabilità finanziaria non è garantita.
Nel nostro paese, oltre alla centrale dei rischi della Banca d’Italia (CR), esistono i Sistemi di Informazioni Creditizie (SIC) tra cui, in particolare, CRIF, EXPERIAN, CTC, CERVED.
Prima di concedere il finanziamento, gli istituti di credito o gli altri operatori provvedono a consultare le sopra citate liste: è dunque comprensibile che la segnalazione come cattivo pagatore determini a tutti gli effetti la sostanziale esclusione di un soggetto dal mercato del credito. Ciò significa che non otterrà (o incontrerà numerose difficoltà nell’ottenerlo!) il finanziamento richiesto. Parimenti, il segnalato non potrà richiedere prestiti, mutui o disporre della carta di credito o del libretto degli assegni.
Il Garante Privacy, con provvedimento n. 8 del 16 novembre 2004, ha stilato il “Codice di deontologia e di buona condotta per i sistemi informativi gestiti da soggetti privati in tema di crediti al consumo, affidabilità e puntualità nei pagamenti”, disciplinante il funzionamento dei Sistemi di Informazioni Creditizie.
In particolare, affinché un soggetto venga “etichettato” come cattivo pagatore e dunque segnalato nelle nominate black list, è necessario che il ritardo nel pagamento di una rata si prolunghi per più di due mesi consecutivi oppure che due o più rate siano pagate con ritardo.
Ma per quanto tempo si resta cattivi pagatori? La segnalazione ha un termine. Il codice deontologico, infatti, stabilisce dei tempi massimi di conservazione dei dati nei Sistemi di Informazioni Creditizie:
- richieste di finanziamento, restano visibili per sei mesi (un mese in caso di rifiuto o rinuncia al finanziamento);
- morosità di due rate (o mesi) poi sanate, l’informazione resta conservata per un periodo di 12 mesi dalla regolarizzazione;
- morosità superiori a due rate (o mesi) poi sanate, l’informazione resta conservata per un periodo di 24 mesi dalla regolarizzazione;
- eventi negativi (morosità, gravi inadempimenti, sofferenze) mai sanati, le informazioni restano visibili per 36 mesi dalla data di scadenza contrattuale o dall’ultimo aggiornamento;
- informazioni positive (che indicano il pieno rispetto del piano di rimborso del finanziamento), le informazioni rimangono visibili per 36 mesi decorrenti dalla cessazione del rapporto o dalla scadenza del contratto.
Una volta scaduti i termini massimi di conservazione delle informazioni, i SIC sono obbligati alla cancellazione automatica dei dati. Deve dunque escludersi la possibilità per un soggetto di richiedere, dietro pagamento, la cancellazione dei dati negativi che lo riguardano.
Il codice deontologico, inoltre, impone alle banche il preavviso di imminente iscrizione, da comunicare a mezzo raccomandata al Cliente almeno quindici giorni prima della trasmissione dei dati. Mediante tale preavviso, gli istituti di credito concedono al Cliente un’ultima possibilità per regolarizzare la propria posizione debitoria.
Dato il primo avvertimento, nell’ipotesi in cui il soggetto sia nuovamente in ritardo con i pagamenti, la banca potrà procedere alla segnalazione senza alcun tipo di avviso. Tuttavia, qualora non venga rispettata la procedura appena descritta, e si configuri quindi l’indebita registrazione di un soggetto, è possibile agire in giudizio al fine di ottenere il risarcimento dei danni.
Nonostante la scarsa affidabilità creditizia dei cattivi pagatori, esistono forme di finanziamento tramite cessione del quinto dello stipendio o della pensione, ossia prestiti rimborsati tramite trattenute sulla busta paga oppure sulla pensione.
Questa formula creditizia, che riduce notevolmente il rischio di insolvenza, rappresenta a tutti gli effetti l’unica possibilità di accesso al credito per i soggetti segnalati.
Studio Legale Foschini Pagani